Il Tamarillo, nome scientifico Cyphomandra betacea o Solanum betaceum, è una pianta esotica del Sudamerica diffusa in Perù, Cile, Ecuador, Colombia e Bolivia.
Il tamarillo è anche chiamato albero del pomodoro proprio perché offre piccoli frutti a forma di uovo dalla buccia liscia e compatta e dal colore giallo, arancione o rosso-viola. La polpa è succosa e contiene numerosi semi, del tutto e per tutto simili a quelli del pomodoro. Ricordiamo, infatti, che il tamarillo appartiene alla famiglia delle solenacee in cui ritroviamo molte piante importanti per la nostra alimentazione, tra cui patate, melanzane, peperoni, peperoncini e, appunto, pomodori.
Che sia Ruby Red, Ecuadorian Orange o Tamarillo Goldmine questo frutto è noto per essere altamente nutriente e dalle proprietà terapeutiche. Non stupisce quindi il crescente interesse nell’uso del tamarillo: non solo per il consumo, ma anche come principale ingrediente nei prodotti alimentari, cosmetici e farmaceutici. Lente di ingrandimento alla mano, dunque! E cominciamo a svelare i segreti dell’albero del pomodoro.
Tamarillo: le proprietà del frutto tropicale
Innanzitutto, dire tamarillo significa dire nutrienti a volontà. Questo frutto, infatti, offre una vasta gamma di vitamine, soprattutto vitamine A, B6, C e E, minerali e sali minerali come ferro e potassio. Oltre a essere un’ottima fonte di fibre alimentari, ciò che sorprende è la quantità di polifenoli contenuti in questa piccola bacca.
I polifenoli sono un gruppo di diverse sostanze naturali prodotti dalle piante, che impattano in modo notevolmente positivo sulla salute umana. Come? Grazie all’attività che innescano nel nostro corpo: antiossidante, anticancerogena, antinfiammatoria e antibatterica. Recenti studi hanno dimostrato come il tamarillo possiede una percentuale di polifenoli relativamente alta rispetto ad altri frutti tropicali (Wang, Sunan, and Fan Zhu. “Tamarillo (Solanum betaceum): Chemical composition, biological properties, and product innovation.” Trends in Food Science & Technology 95 (2020): 45-58) e una maggiore attività antiossidante rispetto a mele e kiwi. Una manna quindi per le nostre cellule, che saranno ben protette contro i radicali liberi.
Al di là dei benefici sulla nostra salute, le proprietà antimicrobiche e antimicotiche recentemente riconosciute, rendono il tamarillo ancora più attraente come ingrediente funzionale per migliorare la sicurezza e la durata di conservazione degli alimenti.
Come si mangia?
Dolce come un mix di frutta tropicale e acidulo come il pomodoro, questo frutto è ottimo consumato crudo, soprattutto se vogliamo conservare le sue fantastiche proprietà benefiche. Per cui, il modo più semplice per mangiarlo è tagliarlo a metà, scavando la polpa con un cucchiaino.
Spostandoci in cucina, il tamarillo si presta ad essere usato sia fresco, per ottenere ottimi succhi, sia cotto in forma di conserve, salse, marmellate e ripieni per crostate.
Cresce anche in Italia?
Anche se il tamarillo è originario del Sudamerica, è possibile trovarlo nelle coltivazioni neozelandesi e in Europa Meridionale. Quindi sì, anche in Italia, nei frutteti e nei giardini delle regioni del sud e nelle isole.
Il nostro albero del pomodoro si presta anche alla coltivazione in vaso, l’importante è che sia ampio, preferibilmente in terracotta ed esposto a mezz’ombra. Ricordatevi di annaffiare la pianta frequentemente, ma attenzione ai ristagni d’acqua, per cui optate per un terriccio ben drenato.