Il Covid-19 ha portato molta gente a considerare l’acquisto di una casa in campagna o comunque fuori dalle mura cittadine, spesso con un giardino, e meno spesso – ma non così raramente come pensiamo – con un obiettivo ambizioso: intraprendere l’autosostentamento.
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Quello che sta accadendo in una Gran Bretagna post-Brexit, dove i problemi con la catena logistica sono notizia quotidiana, spaventa. E riaccende la memoria recente della fobia da scaffali vuoti che ha contraddistinto i primi mesi del primo lockdown.
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Autosostentamento: i requisiti per cominciare
Non è dunque una sorpresa il fatto che sempre più persone abbiano strutturalmente integrato il fai-da-te nella propria quotidianità. E non sorprende che dagli USA stiano arrivando soluzioni alternative alle normali abitazioni, come case su ruote e case modulari precostruite, dov’è possibile convertire lo spazio verde in orti e frutteti. Ho deciso dunque di chiedere ad alcune persone che hanno fatto la scelta dell’autoproduzione di ortaggi — e non solo, ma questa è la più realistica per un principiante — quali siano i requisiti per l’autosostentamento e com’è stata la loro esperienza.
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Peppe: “Raggiungere l’autosufficienza richiede impegno, buona volontà, costanza”
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Peppe, Sicilia: “Il primo consiglio che posso dare è quello di sperimentarsi nell’osservare ciò che ci circonda cercando di farlo con animo sereno e libero da sovrastrutture, non aver fretta e accettare gli eventuali fallimenti. I fallimenti sono necessari per sviluppare resilienza e consapevolezza. In realtà non ci sono formule magiche che se applicate danno un risultato certo ma è nella perseveranza, nella dedizione e nell’applicare le esperienze che i risultati si concretizzano. Raggiungere l’autosufficienza richiede impegno, buona volontà e costanza. Personalmente ci lavoro da oltre 10 anni e sono ancora in progressione.
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La mia famiglia è composta da 5 elementi: io, la mia compagna Daniela e i nostri 3 bambini. Ho un orto di circa 200 metri quadrati, raccolgo erbe alimurgiche selvatiche, ho e gestisco circa 15 ettari fra uliveto e frutteto seguendo i principi dell’agricoltura naturale di Fukuoka, ho adattato il metodo alle esigenze climatiche [qui vi abbiamo raccontato le difficoltà degli agricoltori per via dei cambiamenti climatici, NdR] della mia zona – Nicosia, entroterra siciliano in provincia di Enna – e dopo varie prove, esperimenti insuccessi e successi sono sulla buona strada per trovare un equilibrio.
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Sperimentati con le mani fra la terra, osserva l’ambiente in cui vivi, senti il profondo respiro della natura e affidati alle sensazioni che provi… Poi studia, leggi, confrontati con chi lo fa già e crea il tuo spazio.”
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Massimo: “L’ottimale sarebbero 500mq di terreno per 5 persone”
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Massimo: “Io ho un orto urbano e sono indipendente al 100% solo per la verdura. La frutta la raccolgo dagli alberi in città e in campagna e un po’ la compro. La farina la compro ad un mulino. I barattoli di pomodori li faccio in estate, l’olio lo compro dal produttore in una sola volta – 70 litri.
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100 mq per una famiglia di 5 persone sono più che sufficienti, l’ottimale sarebbe 500 mq perché ad agosto hai ancora le solanacee, però hai necessità di piantare già le piante invernali e quindi serve altro spazio. I costi inizialmente sembrano più elevati ma nel lungo periodo sono più bassi e mangi solo cose genuine.”
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Maria Teresa: “Le conoscenze e l’esperienza di vecchi contadini sono preziose”
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Maria Teresa, dalla provincia di Roma: “Penso che iniziare a produrre verdure e ortaggi per il proprio consumo al fine di essere autosufficienti, non avendo la minima esperienza, sia una sfida non indifferente. Si comincia un po’ alla volta, con piantine di stagione — poche per tipo — e poi man mano si aumentano specie e quantità in base al terreno a disposizione. Con una piccola serra fredda, si possono avere insalate, bietole e odori vari anche in inverno, e si possono fare i semenzai per avere le proprie piantine già avviate da trapiantare in pieno campo a primavera abbattendo i costi, che è comunque difficile quantificare: l’impianto di irrigazione si riutilizza per diversi anni e il consumo di acqua varia a seconda delle stagioni. Poi c’è il concime, se si hanno animali domestici o si fa compostaggio non incide, altrimenti sì.
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Le conoscenze e l’esperienza di vecchi contadini sicuramente sono preziose… io ho la fortuna di essere aiutata da mia madre ultra-ottantenne. Una cosa la so con assoluta certezza: la soddisfazione di produrre ortaggi sani e di averli sempre freschi supera fatica, avversità meteorologiche, attacchi di insetti e parassiti che a volte possono distruggere un intero raccolto. Per iniziare serve l’impianto di irrigazione, che io già ho, attrezzi vari e magari una piccola serra. Il mio orto è avviato da tanti anni e quindi uso materiale già esistente e mi preparo i semenzai e concime in autosufficienza.
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Considerando la serra e due zone dove alterno le colture penso di avere circa 300/500 metri quadri in totale, ma per tre persone ne basterebbero anche meno. Questa estate ho irrigato tutti i giorni a causa della siccità è avrò speso 25 euro circa in più al mese di corrente elettrica ma ho un pozzo artesiano e la pompa consuma. Con la pioggia ho meno spese. Direi che per tre persone 50 euro al mese dovrebbero coprire il costo delle piantine, poi si va anche con semi propri o acquistati e si risparmia. Io non uso pesticidi, solo macerati autoprodotti per la difesa dai parassiti a costo zero.”
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Autosostentamento: i consigli dell’esperto Matteo Cereda
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Matteo Cereda è un importante punto di riferimento per la community di chi ha deciso di iniziare l’autosostentamento (parziale e totale). Tramite il suo blog Orto da Coltivare divulga consigli e informazione.
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L’ho contattato e mi ha riassunto in poche righe il suo punto di vista sulla questione: “Ovviamente è possibile autosostenersi! A livello di spazio e costi è tutto molto variabile. Lo spazio necessario è di circa 30-40 mq a persona. Il costo è pochissimo se si parte dal seme, si concima con compost e letame e se si raccoglie acqua piovana. Siamo nell’ordine di poche decine di euro all’anno, cui va sommato l’investimento delle attrezzature all’inizio – che non incidono moltissimo se si sta sull’essenziale, parliamo di poco più di 200 euro. Qui puoi trovare una serie di consigli/considerazioni sullo spazio.”
Iniziare la produzione di ortaggi per l’autoconsumo non dev’essere necessariamente un drastico cambio vita. Il primo passo per chi abita in città potrebbe essere proprio un orto urbano, che diventa anche un’occasione per fare amicizia con i vicini di orto e scambiarsi dritte e consigli.