Le date da commemorare nel 2021 sono un’infinità: dai 700 anni dalla morte di Dante ai 50 dalla scomparsa di Jim Morrison, passando per il 160° dell’Unità d’Italia. Per noi che scegliamo di mangiare “secondo natura” prediligendo un’alimentazione plant based il 2021 è anche e soprattutto l’Anno internazionale della frutta e della verdura promosso dalla FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) in collaborazione con altre organizzazioni e organismi dell’ONU. Il tutto cade nel Decennio d’azione delle Nazioni Unite sulla nutrizione (2016-2025) e in quello dell’agricoltura familiare (2019-2028). L’impegno per il conseguimento dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU entro il 2030 è massimo.
Fondamentali per la nostra salute
Più che un appello, una chiamata alle armi. La FAO punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sul ruolo fondamentale che la frutta e la verdura rivestono per la nostra alimentazione, ma anche per la sicurezza alimentare e la salute in generale. E tutto questo vale ora più che mai, perché come ha commentato il direttore generale della FAO Qu Dongyu: “Promuovere regimi alimentari salubri, che rafforzino il nostro sistema immunitario, è particolarmente appropriato nel frangente della crisi sanitaria attuale, che ha colpito tutta la comunità internazionale”.
L’obiettivo principale? Ridurre gli sprechi
Il mantra è semplice: rendere il sistema produttivo più sano e sostenibile attraverso l’innovazione e la tecnologia, riducendo le perdite e gli sprechi. Dati alla mano, oggi il 50% della frutta e della verdura prodotte nei Paesi in via di sviluppo si perde lungo la cosiddetta catena di approvvigionamento, ossia tra il momento della raccolta e quello del consumo. Una percentuale a dir poco allarmante, tanto da indurre la FAO a promuovere la Giornata internazionale della consapevolezza sulle perdite e gli sprechi alimentari. La prima si è svolta il 29 settembre 2020.
In occasione del lancio dell’Anno internazionale della frutta e della verdura la FAO ha messo a punto anche un background paper che analizza il mondo della frutta e della verdura a 360°, considerandone il valore ambientale e nutrizionale, senza dimenticare le implicazioni socio-culturali ed economiche. Il documento (che vi consiglio di leggere, per ora è solo in inglese) offre uno sguardo puntuale e risponde anche a domande apparentemente banali.
Anno Internazionale Frutta e Verdura
Ad esempio, sapete qual è la quantità di frutta e verdura giornaliera raccomandata per mantenersi in salute e garantirsi i relativi benefici nutrizionali? In media 400 grammi. Parola dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. E secondo voi,oggi nel mondo la maggior parte delle persone ne mangia abbastanza? La risposta purtroppo è no. Nel 2017 ben 3,9 milioni di decessi sono stati collegati a un consumo insufficiente di frutta e verdura (dati Afshin et al., 2019).
Sì ma cos’è “verdura”?
Nel paper della FAO c’è un’altra domanda che può sembrare scontata ma non lo è: che cosa sono la frutta e la verdura? In realtà una classificazione unanimemente accettata a livello internazionale non esiste. Quella concordata in occasione dell’Anno internazionale della frutta e della verdura parla di: “parti commestibili delle piante (strutture portatrici di semi, fiori, germogli, foglie, steli e radici), sia coltivate che selvatiche, così come si trovano in natura o in una forma minimamente lavorata”.
Restano quindi esclusi dalla definizione: le radici amidacee e i tuberi come manioca, patate e patate dolci (sebbene le foglie di queste piante siano consumate come verdure); i legumi secchi e i cereali, a meno che non vengano raccolti quando non sono ancora maturi; la frutta a guscio, i semi e i semi oleosi come noci di cocco, noci e semi di girasole; le piante medicinali o erboristiche e le spezie, a meno che non vengano utilizzate come verdure. Ancora, sostanze stimolanti come tè, cacao e caffè; e infine i prodotti trasformati e ultra-lavorati a base di frutta e verdura come le bevande alcoliche (ad es. vino e liquori), i sostituti della carne a base vegetale o i prodotti a base di frutta e verdura con ingredienti aggiunti (ad es. frutta confezionata, succhi di frutta, ketchup).