“Sono nato nel 2012, in una fresca mattina di giugno a Cabrera de Mar, sulla Costa del Maresme in Catalogna”. Sembra l’inizio di un grande romanzo, e per certi aspetti lo è. Proviamo ad andare avanti con la lettura.
“Mia madre è il pomodoro Pera di Girona e mio nonno paterno è il Costoluto genovese. Questo mix di sangue catalano e italiano mi regala un aspetto mediterraneo”. Ora tutto è più chiaro: il protagonista di questa storia è Monterosa: ibrido tra due pomodori tradizionali di altissima qualità da cui ha preso tutto il meglio per garantire un’esplosione di colore e gusto senza rivali.
Dietro la sua produzione c’è Semillas Fitò
La società spagnola specializzata nella produzione e distribuzione di sementi e lo spin off Foodture dedicato alle nuove tendenze e ai nuovi trends hanno sviluppato Monterosa Collection, un progetto declinato in quattro tipologie cromatiche: Giallo, Orange, Rosa e Cioccolato.
Come spiega Dario Antonante, responsabile del progetto per l’Italia:
«Si tratta di una gamma di quattro pomodori premium ad alto impatto visivo con sapori e consistenze differenti. Sono tutti squisiti, ma ciascuno offre una diversa esperienza organolettica, con proprietà salutari collegate ai colori della buccia».
Belli fuori, buonissimi dentro
I pomodori Monterosa vanno incontro all’esigenza dei consumatori più attenti, stufi di trovare sul mercato prodotti sempre più modesti in termini di bontà e corredo aromatico. «Davanti a un pomodoro Monterosa, non si può fare a meno di notare la bellezza esteriore. I geni non mentono: dal Pera di Girona ha ereditato l’intensità di colore, la pelle liscia e la consistenza carnosa, mentre dal Costoluto Genovese deriva il caratteristico aspetto multiloculare».
Se è vero che l’occhio vuole la sua parte, a fare la differenza è anche e soprattutto il sapore.
«Abbiamo voluto offrire il “pomodoro di una volta”, portabandiera della dieta mediterranea, con un ottimo calibro e ricco di sfumature. A caratterizzarlo è una speciale dolcezza, con un finale fruttato: al contrario dei pomodori convenzionali, infatti, non presenta acidità». L’aspetto è rigoglioso, la buccia sottile e vellutata, la polpa per nulla granulosa. In più possiede una lunga lunga shelf-life e mantiene intatte le sue caratteristiche organolettiche anche una volta giunto a maturità». Insomma, oltre ad essere gourmet, risulta molto versatile e non a caso è stato scelto da molti chef e ristoratori spagnoli e italiani per dar vita a ricette inedite e sfiziose, che rinnovano la tradizione con estro creativo.
Ecco la carta di identità dei quattro pomodori Monterosa:
un utile vademecum non solo per i professionisti che lavorano dietro ai fornelli, ma anche per i tanti tomato addict fermamente convinti che, dietro a questo ortaggio arrivato dall’America ma ormai profondamente italiano, ci sia un universo di gusto tutto da esplorare.
Monterosa Giallo: si presenta di un colore giallo brillante perlato. La sua consistenza liscia avvolge la bocca, regalando una sensazione molto rinfrescante. Il gusto è assai equilibrato, rivelando sul finale delle note verdi, esotiche ed erbacee. È una fonte di vitamina C e di maltotriosio, che favorisce la digestione e rinfresca la bocca.
Monterosa Orange: ha un colore aranciato e una consistenza leggermente croccante che preannuncia una grande succosità. Il suo sapore è intenso, con sentori di agrumi molto freschi nel finale. È ricco di acido calendico, fonte di omega 6.
Monterosa Rosa: con il suo caratteristico colore “rosso rosa” sorprende per la consistenza compatta e l’elevata succosità. La degustazione offre un intenso sapore di pomodoro con tocchi fruttati e piacevolmente vegetali. È una fonte di vitamina B1 e antiossidanti.
Monterosa Cioccolato: ha un colore misto con nuance tra il rosso e il cioccolato, mentre la consistenza è morbida e succosa. Il gusto è dolce, con una bassa acidità. Nel finale si percepiscono note amare e sapore tostato, che sorprendono in un pomodoro. È fonte di vitamina B6 e antiossidanti.