La più famosa catena di fast food del mondo non è propriamente il posto dove un amante di una dieta ricca di frutta e verdura pensa di entrare per un pranzo: oltre all’insalata e a una spremuta (e ovviamente a una patatina fritta), di rado si riesce a trovare qualcosa di diverso da un hamburger a base di carne nei menu dei locali della grande M. Tra gli esempi più interessanti ricordiamo le fettine di melone nel 2017, gli spicchi di mela nel 2015, poi il McVeggie—il primo panino vegetariano di McDonald’s del 2015—e l’arrivo del MacPlant nel 2020.
Finalmente è arrivato il momento della pera: è di pochi giorni fa la notizia che la IGP dell’Emilia Romagna finalmente si potrà gustare anche nei ristoranti del fast food americano. Fedele al principio “pensa globale ma agisci locale”, espressione di una filosofia d’impresa di un brand che negli anni è diventato sinonimo di globalizzazione, McDonald’s ha saputo intercettare almeno in parte le tradizioni dei paesi dove è presente con i suoi ristoranti, mettendo in campo iniziative di diversificazione, adattamento e recepimento di tradizioni e prodotti locali.
Nel nostro paese ha saputo non solo proporre ma anche promuovere diverse tipicità del nostro made in Italy alimentare. Dapprima con il Parmigiano Reggiano, che nel 2008 divenne il primo prodotto DOP a entrare nell’offerta McDonald’s con un panino in edizione limitata e prima tappa di un percorso virtuoso di McDonald’s che solo poche settimane fa ha annoverato in questa lista di collaborazioni di prestigio anche il Pomodoro di Pachino IGP. La IGP emiliano romagnola sarà presto disponibile in 700 ristoranti Mc Donald’s in Italia grazie a un accordo tra McDonald’s e il Consorzio di Tutela della Pera dell’Emilia-Romagna IGP, con la Fondazione Qualivita nel ruolo di regista. Rimaniamo in attesa di scoprire se la pera finirà in un panino, verrà proposta in una sfiziosa insalata o sarà protagonista di un dessert.
Nel frattempo ci piace ricordare che la pera è un ingrediente versatile che può essere utilizzato in molte ricette, da consumare non solo nella prima colazione, non solo a fine pasto, ma anche in piatti salati, e che ultimamente sta vivendo una rivoluzione di valore, diventando protagonista dei dessert di molti ristoranti fine dining. Non solo a casa, non solo al fast food, ma anche al ristorante, come aveva ricordato già oltre venti anni fa l’iniziativa “Opera Prima” frutto della collaborazione tra CSO di Ferrara e Slow Food che aveva decretato miglior piatto del concorso una pera Emilia Romagna IGP della varietà Kaiser al Sangiovese caramellato in salsa di kaki preparata dal ristorante “Fava” di Casola Valsenio, Ravenna.