Oggi torniamo sulla frutta esotica particolare. Siamo pronti a scommettere che molti di voi non abbiano mai sentito parlare di questo frutto che va invece per la maggiore in centro America: il sapote. Conosciamolo insieme.
Cos’è il sapote?
Il termine sapote è il nome comune che indica un frutto morbido e commestibile che veniva già consumato addirittura dai Maya. In realtà comprende quattro diverse varietà di frutta originarie dall’America centrale: il mamey sapote, il sapote nero, quello bianco e la sapotiglia.
Mamey sapote
Il mamey sapote è un frutto tropicale poco conosciuto a livello internazionale ma presente nella tradizione centroamericana fin da temi antichissimi: veniva già coltivato dalle società precolombiane come i Maya e gli Atzechi. Da sempre è apprezzato a causa del suo sapore ottimo, ma anche per i benefici che porta alla salute. Ricco di calcio e di vitamina C e A, a Cuba viene ad esempio usato per combattere il mal di testa e alcune malattie veneree.
Il frutto si presenta di dimensioni variabili, che vanno da quelle di una mela a quelle di un pompelmo, la buccia è marrone e la polpa arancione, simile a quella della zucca. Il sapore però viene definito come un mix tra l’albicocca e la pesca, con alcune note piccanti. Viene consumato come frutto o trasformato in marmellata, sorbetti, dessert e frullati. Qui ad esempio puoi trovare la ricetta di uno smoothie preparato secondo la tradizione dominicana che contiene mamey sapote, latte, vaniglia, zucchero e cannella.
Sapote nero
I Maya lo chiamavano tauch mentre oggi è conosciuto come sapote nero. Si tratta di un frutto verde che assomiglia vagamente a un caco la cui polpa è cremosa e scura, quasi nera. Originario del Messico, è attualmente diffuso soprattutto in America centrale, Hawaii e Filippine. Negli ultimi anni alcune aziende agricole stanno sperimentando la sua coltivazione anche nelle zone più calde del nostro paese, soprattutto in Sicilia, in Calabria e in Puglia.
Il frutto viene consumato fresco o può diventare l’ingrediente principale per preparare succhi e dessert. Il suo gusto è infatti molto dolce e c’è chi dice che ricordi quello del cioccolato con un retrogusto di banana. Una specie di budino al cioccolato creato dalla natura, oppure una crema da spalmare sul pane per una merenda sana e golosa. Assolutamente da provare!
Sapote bianco
Anche il sapote bianco è originario del Messico, dove però viene chiamato zapote. Cresce su un albero sempreverde che produce frutti verdi o gialli. All’interno si presenta con una polpa chiara e due grandi semi non commestibili perché tossici e dotati di proprietà narcotiche. Questa è la ragione per cui gli Atzechi lo chiamavano frutto del sonno mentre in spagnolo il suo nome comune è “metasano” che significa “uccidere una persona sana” (Yahua e Gutierrez-Oroczo 2011).
La polpa però è edibile e fa anche bene alla salute. Il gusto ricorda quello della pesca e della banana. Può essere consumato così com’è, magari con un cucchiaino, oppure usato per preparare gelati, frullati, marmellate o insalate. In Italia è quasi introvabile, quindi ricordati di assaggiarlo se capiterai in centro America.
Sapotiglia
La pianta della sapotiglia, chiamata anche sapodilla, è originaria del Messico e del centro America in generale. Ora è diffusa in tutte le aree tropicali tra cui la Florida e l’India. La pianta viene coltivata per due ragioni: l’estrazione di chicle dal tronco, l’ingrediente principale delle gomme da masticare, e la produzione dei frutti, a volte definiti i migliori frutti tropicali in assoluto (growables.org).
Il suo gusto è dolce e la consistenza granulosa ricorda quella della pera. C’è chi lo paragona allo zucchero di canna e al miele. Grazie al suo sapore gradevole viene soprattutto consumato così com’è, ma può essere anche inserito in ricette dolci e, perché no, salate. Anche questo frutto è però praticamente introvabile in Italia, soprattutto a causa della sua veloce deperibilità, quindi ti consigliamo di assaggiarlo durante il prossimo viaggio in zone tropicali.