Ecco arrivato il secondo appuntamento della nostra guida alle piante aromatiche che possiamo trovare in Italia. Oggi parleremo di piante aromatiche meno diffuse e conosciute, ma forse proprio per questo ancora più interessanti. Vediamo qualche consiglio per coltivarle, conservarle e inserirle in tante ricette buonissime.
Erbe aromatiche tutte da scoprire
Aglio orsino
L’aglio orsino appartiene alla famiglia delle Liliacee ed è la versione selvatica dell’aglio comune. In Italia possiamo trovarlo facilmente nei boschi, nei prati o nei fossi, sempre vicino a corsi d’acqua o zone in cui si deposita acqua piovana (Alimentipedia). Partendo dal bulbo o dalla pianta selvatica possiamo decidere anche di coltivarlo nell’orto o in vaso. Basterà fornirgli un terreno sempre umido con irrigazioni frequenti ma moderate per evitare ristagni.
In cucina puoi aggiungere le foglie sminuzzate in tutti quei piatti in cui si sposa bene l’aglio comune. Il vantaggio dell’aglio orsino è quello di essere più digeribile e delicato, quindi adatto a tutti. In questo video puoi vedere ad esempio come preparare velocemente un pesto all’aglio orsino più leggero di quello tradizionale.
Aneto
Tra tutte le piante aromatiche l’aneto è una delle pianta dalla storia più lunga. Originaria dell’Asia occidentale, veniva già utilizzato dagli Egizi 5000 anni fa come pianta medicinale (Moschini E. 1960). Può essere coltivato in vaso o in giardino avendo l’attenzione di posizionarlo in un luogo soleggiato con un terreno ben drenato. Seguendo alcuni accorgimenti l’aneto può essere conservato all’aria aperta oppure passandolo in forno o nel forno a microonde.
In Italia l’aneto non figura tra le piante aromatiche più usate. È invece molto diffuso in Grecia, dove viene usata per aromatizzare il pane o la feta, e in nord Europa. In Germania ad esempio si usa per preparare sotto-aceti agrodolci (Amirante P.). Noi vi consigliamo di provarlo sotto forma di salsa e di affiancarlo semplicemente alle verdure bollite. Sarà una scoperta.
Assenzio
Il suo nome scientifico è Artemisia absinthium ed è una pianta erbacea che cresce spontaneamente in terreni asciutti e soleggiati. In fase di crescita è bene irrigarla regolarmente ma quando la pianta è adulta puoi annaffiarla solo quando non piove per diverso tempo.
Questa erba aromatica è famosa per essere l’ingrediente principale di due liquori molto diffusi: l’omonimo assenzio e il vermut. Oltre a questo può essere usata per insaporire diverse pietanze, facendo attenzione al suo sapore abbastanza amaro.
Borragine
Se non hai mai preso in considerazione di coltivare la borragine fallo subito. Almeno per due ragioni: produce dei bellissimi fiori azzurri e in cucina è un toccasana gustoso. La borragine è una pianta erbacea che cresce in posizioni soleggiate. Può essere coltivata in vaso ma in questo caso si consiglia di aiutarla concimandola con un fertilizzante liquido.
Ciò che si mangia della borragine sono i fiori e soprattutto le foglie. Queste vanno consumate cotte nei modi in cui normalmente cuciniamo le altre verdure a foglia verde. Il consumo della borragine è molto diffuso, tanto da trovarla tra i piatti delle cucine tipiche di diversi luoghi. In Spagna ad esempio la borragine con patate è un piatto tipico della zona di Aragona. Nel nostro paese la ritroviamo nella cucina napoletana dove viene ripassata in padella con aglio, olio e acciughe. In Liguria invece viene usata per preparare dei ravioli in cui la borragine è inserita nell’impasto e nel ripieno insieme alla ricotta.
Cerfoglio
Il cerfoglio è una pianta annuale originaria della Russia che ormai si è naturalizzata anche nel nostro paese, dove capita di vederlo crescere spontaneamente nei boschi. In Italia è abbastanza diffuso nella forma essiccata, più raro trovarlo fresco. Se però vogliamo gustarlo in questo modo possiamo coltivarlo. Basta avere l’attenzione di raccoglierlo giovane e quindi seminarlo ogni tre settimane (Alimentipedia).
Il cerfoglio assomiglia al prezzemolo quindi può essere usato in tutte le ricette che lo prevedono. Il suo gusto però è più delicato e ha alcune note che ricordano l’anice e il finocchio. Il modo migliore per apprezzare questi aromi è quello di consumare le foglie di cerfoglio fresche, senza congelarle o essiccarle.
Crescione
Il crescione è una piantina particolare che appartiene alla famiglia delle Brassicaceae. Produce tanti fiorellini bianchi e piccole foglie ovali che possono essere usate in cucina. Per coltivarlo l’unica vera regola di base è evitare il sole diretto perché le brucerebbe. Il periodo della raccolta coincide con quello della fioritura.
In cucina è perfetto per insaporire le insalate. Il suo gusto è infatti molto particolare: piccante e acidulo e, soprattutto se consumato crudo, è ricco di vitamine e minerali. Possiamo però consumarlo anche cotto, magari all’interno di un minestrone di verdure.
Dragoncello
Il dragoncello è un pianta aromatica e amara originaria della Russia. Qui in Italia non cresce spontaneamente ma può essere coltivata. Per farlo bisogna posizionare le piante al sole e avere la cura di annaffiarle con parsimonia. Anche la coltivazione in vaso è possibile. Bisogna piantare una sola pianta per contenitore ed eliminare il sottovaso per evitare ristagni idrici.
Il dragoncello ha un odore fresco, che ricorda il finocchio, e un sapore forte e amaro, con qualche nota che ricorda l’anice. In cucina può essere usato essiccato o fresco, forma in cui mantiene al massimo il suo particolare sapore. Tradizionalmente viene impiegato nella preparazione di molte salse, come la tartara e la salsa toscana al dragoncello. Ottimo anche per insaporire il burro, la ricotta o l’aceto.
Issopo
L’issopo figura ormai tra le piante aromatiche tipiche dell’area mediterranea. Si presenta con fusti allungati e fiori viola che crescono uno sopra l’altro lungo il fusto. Viene coltivata in giardino o in vaso sia per la suo aspetto estetico, sia per i suoi possibili usi alimentari ed erboristici. La sua coltivazione è semplice essendo una pianta che si adatta a quasi tutti i terreni, meglio se esposti al sole. Per conservarlo più a lungo può essere essiccato ma per godere appieno del suo sapore consigliamo di mangiarlo fresco.
Il gusto dell’issopo ricorda quello della menta e del rosmarino. In cucina solitamente si usano fiori e foglie che possono essere usate crude per insaporire un’insalata o cotte per la preparazione di zuppe e intingoli. È famoso il suo uso anche per preparare liquori e tisane dal potere digestivo.
Levistico
Il levistico è piuttosto raro in Italia. È una pianta perenne conosciuta anche come “sedano di monte” che si sviluppa in altezza fino a due metri e viene usata come erba aromatica. Il levistico è abbastanza rustico quindi semplice da coltivare. Meglio se posizionato in luoghi semi ombreggiati e irrigato in modo regolare ma non eccessivo. Se ne consumano le foglie che possono essere consumate fresche o essiccate dopo averle sminuzzate.
Il levistico ha un sapore che assomiglia a quello del sedano e può quindi essere utilizzato in tutte quelle pietanze in cui il sedano è presente. Le foglie fresche possono essere ad esempio usate per la preparazione del brodo, ma anche di risotti e nelle insalate.
Melissa
La melissa officinalis è solitamente conosciuta per le sue proprietà rilassanti. È una piccola pianta aromatica molto diffusa in Italia che è possibile coltivare sia in vaso, sia in giardino. Predilige le zone ombreggiate e si adatta a tutti i tipi di terreno. È importante non eccedere con l’irrigazione soprattutto se coltivata in vaso. Come le altre piante aromatiche, anche la melissa può essere consumata fresca o essiccata. Per conservarla fresca è consigliabile inserire gli steli in un barattolo pieno d’acqua o congelarne le foglie.
L’aroma della melissa ricorda quello del limone e del bergamotto e per questo motivo è conosciuta anche come cedronella o erba limone. Viene usata soprattutto per preparare diversi tipi di bevande: dalla popolare tisana rilassante, fino ad arrivare all’acqua aromatizzata e al liquore. È tuttavia possibile usarla anche per insaporire insalate, macedonie, frittate e dolci.
Portulaca
La portulaca è una pianta infestante originaria dell’Asia e ormai molto diffusa anche nel nostro paese. In Italia viene chiamata in diversi modi in base alla regione: ad esempio erba grassa in Lombardia, purzlana in Emilia, chiaccunella in Campania e barzellana in Sicilia (Fulghesu G. 1998). La portulaca tende a crescere spontaneamente quindi è davvero semplice da coltivare. Ama le posizioni calde e soleggiate e non richiede innaffiature frequenti.
La portulaca ha un sapore aspro e rinfrescante e può essere consumata cruda e cotta. Cruda può servire per rendere più particolari le insalate, cotta può essere inserita all’interno di minestre, frittate, ripieni, salse e contorni. In Piemonte ad esempio si prepara in umido con aglio e patate.