Da qualche anno è in atto una campagna per destagionalizzare il panettone e io non posso che esserne a favore. Secondo me però bisognerebbe estendere la petizione anche ad altre prelibatezze ingiustamente relegate alle feste di fine anno.
Prendete i datteri per esempio (qui vi abbiamo detto come mangiare i datteri in ricette dolci e salate). Il loro vassoio lungo e stretto è un must della cena della vigilia e del pranzo di Natale. Quando arriva a tavola, dentro al cesto della frutta secca, io proprio non riesco a resistere a quello che potremmo definire il “rito dell’infilzamento”. Si toglie la pellicola di plastica, si recupera l’inconfondibile bastoncino bianco simil-legnetto e zac, il dattero è trafitto. In alternativa c’è la forchettina a forma di ballerina sulle punte, con il tutù, una mano sulla nuca e l’altra sul fianco.
Perché mangiare i datteri non solo a Natale
Tutti gli anni, mentre mi gusto la mia dose natalizia di datteri, mi ripeto che sono buonissimi e che è una stupidaggine mangiarli solo il 25 dicembre e giù di lì. Anche perché i datteri sono un concentrato di fibre e sali minerali, come potassio e fosforo, e forniscono una discreta quantità di amminoacidi essenziali e vitamine del gruppo B. Certo, vanno consumati con moderazione perché sono decisamente energetici – poco meno di 300 kilocal per 100 grammi di prodotto – ma va detto che hanno un ottimo potere saziante e la loro ricchezza di zuccheri semplici li rende perfetti come spuntino di metà mattina o a merenda. Molti sportivi non iniziano l’allenamento senza averne consumati un paio, per darsi la giusta carica.
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La storia dei datteri
Il termine dattero deriva dal greco daktilos e significa dito. La forma del frutto, in effetti, richiama quella di una falange della mano o di un mignolo. Alcuni studiosi ritengono che la pianta del dattilo sia la più antica specie coltivata nella storia dell’umanità. In Medioriente, Nord Africa e India nord-occidentale sarebbe presente da almeno 7.000 anni. Simbolo per antonomasia dell’oasi che compare come un miraggio in mezzo al deserto, la palma del dattero non a caso è chiamata “albero della vita”. Tra i popoli più ghiotti di datteri gli antichi Egizi e Romani, che li aggiungevano al vino per aromatizzarlo.
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Trovare datteri freschi, specialmente qui in Italia, non è così facile: è un frutto che viene tradizionalmente essiccato. In questo modo gli zuccheri si concentrano e la dolcezza aumenta. Sapore a parte, la disidratazione permette di conservarli molto più a lungo, favorendo le esportazioni e il consumo oltre i confini dei paesi produttori, principalmente Nord Africa e Medioriente. Ovviamente c’è dattero e dattero. Ecco l’elenco delle principali varietà di dattero e le loro caratteristiche.
Datteri: Varietà Medjoul
Originaria del Marocco, questa varietà è molto coltivata anche in Israele, Palestina, Giordania e Arabia Saudita. Si distingue per le sue grandi dimensioni – definite large, king e jumbo – e per il colore piuttosto scuro. Ha un gusto molto dolce, che richiama il caramello e lo sciroppo d’acero. Il consiglio è di mangiare i datteri Medjoul al naturale, come snack spezzafame, ma nulla vi vieta di usarli anche come ingrediente in ricette dolci e salate.
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Deglet Nour
Questa varietà è stata definita “la regina di tutti i datteri” per l’equilibrio gustativo. La sua origine è nordafricana: Tunisia, Algeria e Libia ne producono grandi quantità. Di medie dimensioni, ha un colore ambrato e una consistenza più compatta, mentre sapore è decisamente più delicato rispetto alla Medjoul. È indicata anche in cottura, da usare per la preparazione di dolci o di salse per la carne. Una ricetta da provare assolutamente? I datteri ripieni di caprino.
Varietà di Datteri Halawy
Ci spostiamo a cavallo tra Iran, Iraq e Siria, dove anticamente si trovava la Mesopotamia. Halawy in arabo vuol dire dolce e questo dattero dalle dimensioni medio-piccole ha un gusto che richiama il burro e il miele. Il colore è dorato e la texture molto morbida. Tutte caratteristiche che si prestano all’utilizzo nel campo della panificazione. Volete preparare panini, biscotti e muffin diversi dal solito? Questo è il dattero che fa per voi. Da provare ad esempio questa ricetta di caramello del blog Love Always, Nat.
Khadrawy
Dalle stesse zone, in particolare dall’Iraq, arriva anche la varietà Khadrawy che risulta particolarmente appiccicosa e dal colore scuro – simile a quello della Medjool per intenderci. Le dimensioni però sono più piccole e il gusto dolce richiama quello dei fichi secchi. Anche in questo caso, via libera al loro utilizzo per la creazione di dolci e lievitati, ma anche energy drink e frullati. Da Foo52 arriva un’idea per utilizzare i datteri in uno smoothie mattutino con latte di mandorla e banana.