Avete mai sentito parlare dell’oro degli Incas? Neanche io, almeno fino a che di recente non mi sono imbattuta nella lucuma. Se ve la immaginate come una pepita di dimensioni gigantesche siete decisamente fuori strada. La lucuma è un frutto tropicale di medie dimensioni (raramente supera i 200 grammi) originario del Perù e coltivato anche in Cile e in Equador, all’ombra delle Ande insomma.
Lucuma, frutto dalla storia millenaria
Dalla sua polpa farinosa di colore giallo brillante si ricava una polvere dorata dolcissima che può vantare un numero pressoché infinito di proprietà nutrizionali. È quel che i nostri genitori chiamavano elisir di lunga vita e noi definiamo superfood. Inutile dire che le virtù della lucuma erano già note alle popolazioni precolombiane, che per l’appunto la tenevano da conto al pari dell’oro. A distanza di qualche millennio, almeno da quelle parti, non è cambiato niente: oggi la Coproba, alias Comisión Nacional de Productos Bandera del Perù, ha inserito la lucuma tra i frutti simbolo dello stato sudamericano.
Proviamo a metterla sotto la lente. L’aspetto esterno ricorda quello del mango e della papaya. Di forma tondeggiante o allungata, ha una buccia sottile verde intenso quando il frutto è ancora acerbo, che vira verso il senape quando raggiunge la piena maturazione. All’interno trovano posto da due a cinque semi scuri e appiattiti. Ma la magia sta tutta nella polpa giallo-arancio, che viene fatta essiccare e poi ridotta in farina o in polvere. Descrivere il sapore della lucuma fresca non è esattamente semplice, ma possiamo ragionare per approssimanzioni. Secondo alcuni è il suo gusto è una via di mezzo tra lo sciroppo d’acero e la patata americana, ma decisamente più dolce, quasi caramellato. Per altri, invece, ricorda il sapore della zucca, solo molto più… zuccherata! Altri ancora lo definiscono una via di mezzo tra il mango, con la sua aromaticità tropicale, e l’albicocca, per la dolcezza spinta.
–
–
La lucuma come dolcificante…
La lucuma ha un bassissimo indice glicemico. Quanto basta a renderla un dolcificante adatto anche per chi soffre di diabete. Se state provando a limitare lo zucchero e cercate un’alternativa alla stevia perché non vi piace il sapore… l’avete appena trovata. E il discorso va molto oltre la tazzina di caffè. La lucuma in polvere è perfetta per tutte le preparazioni di pasticceria, dalle torte alle mousse, passando per le granite e i gelati adesso che arriva la bella stagione. Un cucchiaino nello yogurt bianco e l’effetto “vanilla flavour” è assicurato. C’è chi ne aggiunge un pizzico anche nella spremuta per smorzare l’acidità. E, ovviamente, via libera al suo utilizzo per la preparazione di smoothies, centrifughe, acque aromatizzate e cocktail homemade.
… e farina
Tra le caratteristiche della polpa di lucuma c’è anche quella di essere ricca di amido. Questo permette di lavorarla sotto forma di farina, che si distingue per la sua inconfondibile nota dolce. Potete miscelarla alle farine classiche per la preparazione di lievitati e dolci da forno, ma anche come adoperarla come addensante per le vostre vellutate, creme, budini. Il minestrone di primavera vi è venuto troppo “verduroso” e un tantino erbaceo? Una presa di farina di lucuma e il problema è risolto.
Dove comprare la lucuma in Italia
A questo punto, la domanda è inevitabile: dove la si può comprare? Il frutto della lucuma fresco non è molto diffuso in Italia, ma trovarlo non è impossibile. Potete provare tra i fruttivendoli specializzati, ma anche nei negozi alimentari “etnici” e nei grandi mercati all’aperto. Decisamente più facili da reperire sono la farina di lucuma e la versione in polvere, nella maggior parte dei casi biologiche. Googlate le parole “lucuma dove si compra” e vedrete che sono davvero a portata di clic, anche se non esattamente economiche. Se meditate di organizzare un viaggio in Perù (appena sarà possibile tornare a viaggiare liberamente), non tornate a casa senza aver provato il celebre gelato alla lucuma! Credo sia l’equivalente del nostro gusto fragola o limone.