Negli ultimi anni abbiamo assistito a un progressivo sdoganamento del junk food. Hamburger, patatine, perfino caramelle. La bacchetta del gourmet ha toccato tutto, trasformando quelli che una volta erano simboli del cibo spazzatura in prodotti pop, con gomitate complici tra alta cucina e cibo di strada mentre una pioggerellina dorata ricopre le cosce di pollo fritto. A volte però non si tratta di una semplice operazione di marketing: il cambiamento sostanziale tra il junk food di prima e il junk food di adesso sono gli ingredienti. Che fanno se non tutta, almeno buona parte della differenza.
È in questo solco che nasce il progetto della Patata Croccante di Eataly. L’esempio perfetto di come il comfort – usiamo questo termine, meno discriminatorio e derogatorio – food possa essere prodotto artigianalmente, in modo consapevole e attento alla sostenibilità, senza perdere nulla in termini di gusto e piacere (sempre per usare termini meno sanzionatori, non parleremo di guilty pleasure, perché nel piacere non c’è nulla di colpevole). La filiera di questa storia la tracciamo fino alla provincia dell’Aquila, dove cresce la patata Agria di Avezzano, nell’azienda agricola Terra e Sole.
Proveniente da agricoltura biologica, la patata è particolarmente ricca di amidi e povera di zucchero, due fattori che contribuiscono a creare l’effetto finale di croccantezza. Lavate e cotte al vapore, le patate vengono lasciate riposare in frigorifero tutta la notte, poi spezzate a mano e fritte in olio di semi di girasole 100% italiano: il dettaglio che merita maggiormente la nostra attenzione è proprio la buccia, che non viene tolta, riducendo a zero lo scarto della lavorazione. E se ci permettete di dirlo, lasciare la buccia rende tutto più buono.
Le patate, vendute negli store oppure online, vengono condite con sale, rosmarino e accompagnate da una salsa di maionese fresca, acciughe, capperi e senape biologica. È solo un piatto di patatine, certo. Ma la Patata Croccante di Eataly è la dimostrazione che è possibile attivare processi virtuosi e consapevoli anche nella produzione di piatti all’apparenza più semplici. Con un’ulteriore attenzione anche al momento del servizio: vengono portate in tavola (o in delivery) sul colafritto in alluminio e senza l’utilizzo di nessuna carta assorbente.
Ormai conosciamo tutti i tristi numeri dello spreco alimentare nel mondo, l’importanza di un’alimentazione maggiormente vegetale e della valorizzazione del lavoro dei piccoli produttori. La Patata Croccante di Eataly rispetta tutti questi criteri ed è pure buona. Forse il comfort food non salverà il mondo, ma a noi piace l’idea di dare il nostro contributo.