I miei 30 anni da poco compiuti mi hanno improvvisamente catapultata in un mondo che fino a qualche tempo fa guardavo con sospetto: quello del self-improvement, l’auto-miglioramento. Andare a letto prima delle 22 e tracciare il mio sonno con un fitness tracker, riempire la dispensa di semini e latti vegetali, aspettare con trepidazione l’appuntamento dalla psicoterapeuta sono diventati parte della mia quotidianità così come qualche anno fa potevano esserlo concerti e shottini di tequila. Se però per la generazione dei boomer auto-miglioramento significa video motivazionali su YouTube di cinquantenni del Minnesota che urlano “YOU CAN DO IT! BELIEVE IN YOURSELF!” per la mia generazione, quella dei famigerati millennial, prende spesso la forma delle challenge. Le sfide. E quale momento migliore per una sfida di gennaio, il mese dei buoni propositi, delle false speranze e delle buone abitudini che si spengono nel giro di qualche settimana? La più popolare è sicuramente il Veganuary.
Veganuary 2021, un mese vegano
Tutto nasce con la sfida del Dry January: non bere per un mese dopo gli stravizi natalizi. Suona fattibile? Lo è. E sicuramente non fa male. Nel Regno Unito è diventato un vero e proprio fenomeno di costume, con tanto di app dedicata, a cui ogni anno partecipano migliaia di persone. E poi è arrivato il Veganuary: mangiare vegano per un mese. Suona fattibile anche questo? Lo è. Ma in questo caso i vantaggi esattamente quali sono? Ovviamente molti lo fanno con il presupposto, nemmeno tanto ben celato, di perdere peso. Elimino pizza con la salsiccia e carbonara e tutti su Instagram crederanno che lo faccio perché ho a cuore il benessere degli animali o il deforestamento della foresta amazzonica. La strada verso il veganesimo è lastricata di buone intenzioni e se c’è una cosa che gli ultimi anni di influencer vegane ci hanno insegnato è che molto spesso il veganesimo è visto come una dieta dimagrante, e non come una scelta alimentare ben precisa, da intraprendere con le dovute informazioni e con la dovuta preparazione.
Veganuary 2021: i benefici
Perché allora bisognerebbe cominciare il veganuary? Sul sito Internet dedicato leggiamo che “oltre 100 personaggi del mondo dello spettacolo, aziende e ONG hanno sottoscritto una lettera aperta che invita a riflettere sulle due maggiori minacce globali che stiamo affrontando — il cambiamento climatico e una pandemia globale — e il loro legame con la nostra alimentazione. Tra i firmatari ci sono l’ex dei Beatles Paul McCartney, il comico Ricky Gervais, la top model Lily Cole, il chitarrista degli Smiths Johnny Marr e l’etologa Jane Goodall.” Tra i dati che citano leggiamo che “l’allevamento animale è responsabile di circa il 14,5% di tutte le emissioni di gas serra generate dall’essere umano […] … per nutrire gli animali negli allevamenti intensivi dobbiamo produrre più di un miliardo di tonnellate di cibo ogni anno. Negli ultimi anni, oltre l’80% della deforestazione in Brasile è stata destinata al pascolo di animali d’allevamento.” Questo solo sul piano del benessere animale o della situazione ambientale.
Quanto ai benefici per la salute, intraprendere uno stile di vita vegano a lungo termine non può essere una decisione presa su due piedi, presi dai sensi di colpa dopo la sesta fetta di cotechino: bisognerebbe farlo sempre seguiti da un medico per essere certi di non avere carenze nutrizionali. Ma, tranne i pochi fanatici ancora seguaci della dieta Atkins o della paleo, quasi tutti gli esperti di nutrizione concordano sul fatto che ridurre grassi animali saturi nella propria dieta sia una scelta saggia per tutti. Vegano non è necessariamente sinonimo di “sano” o comunque di meno calorico — è il 2020 e ormai non dovremmo avere più bisogno di far notare come le patatine fritte siano vegane — ma seguire un’alimentazione completamente vegetale è sicuramente un’occasione per scoprire prodotti, preparazioni, ricette e sostituzioni che non conoscevamo e che possono diventare parte della nostra vita quotidiana.
Veganuary: le ricette
Qualche esempio? Il latte di cocco al posto della panna nelle zuppe; il lievito alimentare al posto del Parmigiano; i semi di lino o di chia al posto dell’uovo nei dolci. I legumi, ah!, i legumi: bistrattata e sottovalutatissima fonte proteica che lungi dall’essere uno sciapo contorno possono trasformarsi in curry, stufati, polpette. E ancora il tofu: siamo un po’ grandicelli per dire che il tofu fa schifo. Con un po’ di impegno può diventare saporitissimo. Le frittate di farina di ceci. Queste sono solo alcune delle scoperte che ho fatto negli ultimi anni impegnandomi a mangiare più vegetale. La lista è potenzialmente infinita e sicuramente più ricca di quello che le mie limitatissime capacità culinarie mi hanno fatto scoprire.
Il Veganuary è un’opportunità meravigliosa se la si prende per quello che è: un’opportunità e non un’adesione acritica a un credo alimentare. Una sfida. Un divertimento. È quasi fine mese, d’accordo, ma prendetela comunque in considerazione — non succede niente se lo provate a febbraio o ad agosto, quando ci sono anche i pomodori, le insalate diventano più saporite ed essere vegani è più facile. Ogni mese può essere Veganuary una volta che scoprite quanto è buono il cappuccino di latte d’avena.