«Spignattando.it è nato quattro anni fa per condividere ricette, racconti di locali e le nostre esperienze culinarie in giro per il mondo. Il nome deriva da spignattare, un termine popolare toscano che indica lo spadellare, il muoversi in cucina tra i fornelli». A parlare è il giovane Gabriele Balzarotti, che insieme alla compagna Martina Franchi nel maggio 2016 ha deciso di creare un food&travel blog per dare forma e contenuto alla grande passione comune per la cucina.
«La nostra mission, evolutasi nel corso del tempo, è quella di far conoscere ai lettori le specialità del territorio attraverso ricette semplici e golose, che mettano in risalto il prodotto di qualità e il suo produttore. Inoltre, ci piace consigliare locali “veri”, con un concept solido e dell’ottimo cibo, dove passare dei bei momenti a tavola».
Come entrano frutta e verdura nella cucina di casa?
«Direttamente dal nostro orto, che curiamo con grande attenzione, o da piccoli produttori della campagna alle porte di Milano, dove abitiamo. Facciamo sempre gli acquisti pensando alla preparazioni che cucineremo in settimana, evitando così al massimo gli sprechi. Tra i nostri punti di riferimento per la spesa ortofrutticola, ci sono il Podere delle Emozioni Perdute di Corbetta, una piccola azienda agricola che produce frutta e verdura a metro zero, e la Cooperativa agricola di Corbetta, dove sappiamo di poter trovare sempre prodotti freschi e di qualità».
Il cesto varia inevitabilmente in base alla stagione.
«D’estate non mancano mai zucchine, peperoni e pomodori, mentre nei mesi freddi spazio a zucca e verza. «Sul fronte della frutta, invece, pesche, albicocche, meloni e frutti di bosco sono i più gettonati». Martina e Gabriele sono convinti che la verdura non sia solo un contorno né la frutta un fine pasto.
«Bisogna cercare di modificare questa visione, purtroppo ancora molto diffusa. I prodotti dell’ortofrutta possono essere il centro di un piatto, perché sono ricchissimi di vitamine e nutrienti fondamentali. Inoltre hanno un costo più abbordabile rispetto a carne e pesce e, soprattutto, sono versatili e permettono di dare ampio spazio alla creatività».
Ad esempio?
«Sul blog usiamo molto la frutta nelle insalate, per creare piatti completi e dai contrasti interessanti, mentre le verdure vengono spesso proposte al forno oppure esaltate in salse o pesti da accompagnare a pane e pasta fatti in casa».
Gli autori di Spignattando.it ammettono di non avere ancora provato ristoranti completamente vegetariani, ma sempre più spesso incontrano chef che inseriscono nelle varie portate elementi di frutta e verdura in modo intrigante. «In Italia sono in molti ad aver finalmente compreso l’importanza di frutta e verdura, creando piatti strepitosi o, addirittura, interi menù con al centro questi prodotti. In questo senso è da ammirare il menù dedicato al pomodoro proposto nei mesi di giugno e luglio dal giovane e talentuoso chef Andrea Leali del ristorante Casa Leali di Puegnago del Garda. In generale, l’attenzione risulta sempre più evidente, probabilmente anche perché la nostra cultura affonda le radici nella dieta mediterranea, dove frutta e verdura sono sempre stati dei capisaldi. Rispetto all’estero, a nostro avviso, siamo un passo avanti, specialmente nella ristorazione; forse meno nel consumo quotidiano tra le mura di casa».
Qualche piatto che vi è rimasto nel cuore?
«Ultimamente ci è capitato spesso di mangiare dei dessert a base di verdura. Da Dina a Gussago, ristorante del geniale chef Alberto Gipponi, abbiamo mangiato una sorta di gelato al cavolfiore. Questo dolce so chiama Ma che Cavolo! Ed è una spuma di cavolfiore e vaniglia, crumble al cioccolato salato, gelato al miele di corbezzolo, limone amaro, messo a punto dal sous chef Gian Nicola Mula. Mentre ad Abocar Due Cucine, a Rimini, lo chef Mariano Guardianelli ci ha proposto un gelato al pisello, limone e ricotta. Fantastico è stato anche il primo antipasto provato al tristellato Le Calandre di Rubano, in provincia di Padova, con protagonisti il melone e l’anguria, ovvero un latte di zucchine con melone, anguria, carpaccio di triglia e gamberi».
Quando si muovono, Martina e Gabriele vogliono conoscere (e poi raccontare) la vera cultura culinaria del luogo in cui soggiornano.
«Programmiamo sempre i viaggi mettendo al centro il percorso enogastronomico. E i mercati sono una tappa fondamentale dell’itinerario, perché permettono di capire quali sono i prodotti più consumati e apprezzati dagli abitanti locali. Il Temple Bar Food Market a Dublino è uno dei più folkloristici che abbiamo mai visto, ma abbiamo una passione smodata anche per quelli della Francia, un vero luogo di contatto tra produttori e consumatori tra chiacchiere ed assaggi. Penso in particolare al mercato di Bourges, il mercato sulla Loira di Amboise e il marché du carreau des Halles di Tours».