“Feel fruitastic” con gli ananas Dole, più dolci e ricchi di vitamina C

“Feel fruitastic” con gli ananas Dole, più dolci e ricchi di vitamina C
“Feel fruitastic” con gli ananas Dole, più dolci e ricchi di vitamina C
Articolo in collaborazione con Dole

Dici Dole e pensi subito a un cesto di frutta esotica tanto profumata quanto colorata: mango, papaya, avocado, ma soprattutto banane e ananas di qualità premium, sia convenzionali che biologiche. «La storia aziendale comincia nel 1851 e si intreccia al sogno e all’ambizione di un uomo, James Drummond Dole, che all’inizio del Novecento, con la sua doppia laurea in Economia e Commercio e in Agraria, sbarca alle Hawaii per dare vita alla prima piantagione di ananas», spiega Cristina Bambini, responsabile marketing Dole Italia.

 

 

Nei decenni il brand è cresciuto e si è sviluppato sulla base di quell’antica promessa di J.D.Dole: “qualità, qualità e ancora qualità”. «Oggi Dole è il secondo produttore e distributore al mondo di ananas e il primo di ananas biologico». Ma i primati non finiscono qui. «Nel 1998 Dole è stata la prima compagnia ad aver fatto certificare le sue aziende in base alla norma ISO 14001, ossia lo standard di sostenibilità ambientale riconosciuto a livello internazionale. E nel 2000 ha replicato il record, diventando la prima azienda agricola al mondo a introdurre in uno dei suoi stabilimenti lo standard di responsabilità sociale, che oggi si traduce in progetti educativi e imprenditoriali a sostegno delle comunità locali».

 

 

Sul fronte della tracciabilità, la completa trasparenza lungo tutta la intera filiera e la comunicazione diretta con il consumatore finale giocano un ruolo fondamentale: «Accedendo alla piattaforma online Dole Earth e digitando il codice che si trova su tutti i collarini degli ananas Dole (e su tutti gli sticker delle banane Dole) l’utente può vedere esattamente in quale farm il frutto che ha acquistato è stato coltivato e seguire il processo di lavorazione, anche in versione tridimensionale grazie al virtual tour Dole».

Ma come nasce un ananas Dole?

«Le piante sono molto delicate e richiedono un clima tropicale: mite di notte e caldo di giorno (con una temperatura che oscilla tra i 22 e i 29°C), molta pioggia ma non troppa, altrimenti i frutti perdono sapore. Gli ananas Dole provengono per oltre l’80% dal Costarica e per il resto da Guatemala e Honduras, laddove il clima assicura le migliori condizioni di crescita».

 

Tutte le operazioni in campo sono manuali ed esigono una notevole expertise. «Gli ananas vengono piantati con cura in un terreno adeguatamente preparato. Dai germogli nascono piccole bacche che poi si sviluppano andando a formare un unico frutto: ogni “occhio” rotondo presente sulla buccia dell’ananas è in sé un piccolo frutto che cresce insieme agli altri nel processo di maturazione. La calibratura viene effettuata quattro settimane prima della raccolta e serve a evitare che le foglie crescano troppo».

La raccolta richiede circa 14/18 mesi e viene ripetuta fino a tre volte per assicurare la scelta dei frutti con il perfetto grado di maturazione e di dolcezza. «Il team Dole depone i frutti su un nastro trasportatore che li fa poi convogliare in apposite vasche per il lavaggio. A seguire vengono riposti in container refrigerati e trasportati via mare fino ai porti di destinazione, controllati da remoto lungo tutto il tragitto».

Come si riconoscono gli ananas Dole?

«Sono di varietà Tropical gold extra sweet e si distinguono per il loro gusto più dolce, intenso e zuccherino (non acidulo e dunque apprezzato anche dai bambini), per il colore di un bel giallo dorato nonché per la straordinaria ricchezza di vitamina C, pari addirittura al triplo rispetto al quantitativo racchiuso da altre varietà. Tali caratteristiche li rendono perfetti per un consumo al naturale, come snack nel corso della giornata o leggero e rinfrescante dessert di fine pasto. Ancora, come ingrediente per preparazioni dolci o salate, anche nell’alta ristorazione».

Qualche esempio?

«L’ananas green smoothie; i ghiaccioli all’ananas; la mousse di cavolfiori con ananas arrosto e olio al curry; lo sgombro candito con gelatina di ananas e banana rosolata; il gratin speziato con patate dolci e ananas; l’insalata di bulgur e ananas… Queste sono soltanto alcune delle numerose ricette che è possibile trovare sul nostro blog, dove sveliamo curiosità, sfatiamo luoghi comuni e comunichiamo i risultati delle più recenti ricerche scientifiche nell’ambito della nutrizione».

Il blog nasce nel 2015 dalla volontà di ispirare gli utenti al benessere giorno dopo giorno, grazie a un’alimentazione equilibrata che privilegia il consumo di frutta e verdure fresche, senza rinunciare al gusto. «In quest’ottica abbiamo ideato i video Dole, il cui format accattivante invoglia la condivisione sui social network. Il contenuto ruota attorno al concept “Feel Fruitastic”. La crasi dei termini fruit e fantastic è semplice e intuitiva: sottolinea il potere della frutta di farci stare bene, di farci sentire “fruttosamente fantastici”. Mangiare alimenti sani e genuini, buoni e dolci naturalmente, senza alcuna rinuncia, è il segreto per essere gioiosi e felici».

CURIOSITÀ GOURMET E LUOGHI COMUNI DA SFATARE

Non è possibile capire il grado di maturazione osservando il colore della buccia esterna oppure tirando le foglie dalla corona fino a staccarle. In realtà, è la consistenza della polpa a rivelare lo stato di maturazione: se la buccia viene sottoposta a una lieve pressione e risulta liscia e cedevole, allora è il momento giusto per gustare il frutto.

L’ananas, nonostante la sua scorza spessa, è una varietà molto sensibile alla pressione atmosferica e alle basse temperature. Pertanto non dovrebbe essere tenuto sotto i 7° C. Una volta acquistato, va conservato in frigorifero per 2-4 giorni.

Può capitare che, addentando una fetta di ananas, si senta pizzicare la lingua. Questo accade a causa della bromelina, un enzima con proprietà antinfiammatorie naturalmente presente nel frutto. Del resto, anche il sapore amaro che si avverte quando si gusta l’ananas fresco in abbinamento ai latticini è da attribuire a questo enzima, che spezza le proteine del latte trasformandole in aminoacidi e peptidi.

 

Chi vuole approfondire l’argomento, può guardare il video I segreti dell’ananas

Jessica Bordoni

Milanese giramondo, giornalista professionista dal 2015. Scrive di food&wine su varie testate, tra cui Civiltà del bere, Il Giornale e Le Guide di Repubblica.